L’Italia, si sa, è la Nazione più bella del mondo. I suoi paesaggi così variegati, la sua storia millenaria, la ricchezza artistica unica la rendono un vero paradiso terrestre. Tra tutti gli aspetti che fanno grande il nostro Bel Paese, non da ultimo c’è anche la sua cucina, con la varietà sconfinata di piatti della tradizione tra cui scegliere da Nord A Sud, uno più delizioso dell’altro.
Come amanti della carne non possiamo allora che citare la regina incontrastata della carne italiana, un piatto che ci permette di competere con i “carnivori” più esperti sparsi per il globo: la BISTECCA.
Parlare di bistecca in Italia ci porta a fare tappa in una delle sue terre più rappresentative. Le dolci colline della Toscana. È qui che l’arte della BISTECCA si è raffinata fino a raggiungere i livelli più eccelsi, in una storia che trova origine secoli fa.
Tuttavia, se vogliamo addentrarci nella ricerca dell’origine del suo nome, dobbiamo abbandonare l’orgoglio patrio, perché, se è sacrosanta la paternità italiana del piatto, il nome in sé pare non essere proprio di queste parti. In effetti, se ci pensi bene, la parola “bistecca” ti risulterà assonante con le parole inglesi “beef steak”… Ebbene, è proprio agli inglesi che risale la denominazione di questa meraviglia di carne col termine che tutti conosciamo e ormai usiamo.
Bizzarro non credi?
Lascia che ti racconti come è nato il tutto:
Facciamo un salto indietro nel tempo e torniamo al XV secolo. Siamo a Firenze, sotto la Signoria dei Medici, uno dei periodi più floridi e importanti della storia italiana e mondiale.
Ci troviamo immersi in una grande festa popolare: l’occasione è il festeggiamento di San Lorenzo, il santo finito sulla graticola e per ironia della sorte, le graticole sono le protagoniste anche della ricorrenza che lo ricordano. La dieta dei fiorentini dell’epoca era generalmente composta da alimenti molto semplici e tendenzialmente poveri, tra i quali le frattaglie, come il famigerato Lampredotto e minestroni di verdure, magari con il pane “vecchio” messo a ribollirci dentro.
In occasione della gran festa popolare in onore del Santo però, nella piazza a lui dedicata nel centro della città, venivano servite porzioni di gran pezzo di manzo alla popolazione, che all’epoca venivano chiamate “carbonate”, in quanto cotte alla brace.
Durante questi festeggiamenti un gruppo di cittadini inglesi si trovava in città, all’epoca un importantissimo centro bancario, per concludere affari. Essi furono travolti dallo spirito dei festeggiamenti dei fiorentini e furono così conquistati dalla squisitezza di quella pietanza a base di carne che cominciarono a gridare entusiasti tra la folla “BEEF STEAK! BEEF STEAK!“, che in inglese corrisponde a “costata di manzo”, per averne ancora. I fiorentini carpirono questa espressione e la italianizzarono nel nome che si è poi tramandato fino ai nostri giorni: da Beef Steak a Bi-Stecca e quindi “bistecca”.
Questa è una delle leggende accreditate sull’origine della denominazione di questo piatto squisito, il cui modo di essere cucinato e servito sarebbe quindi rimasto praticamente invariato nel corso dei secoli, a testimonianza della sua perfezione, pur nella sua semplicità.
Esiste tuttavia una versione alternativa della storia, forse meno romanzesca, ma comunque probabile. In questa ricostruzione l’etimologia del nome avrebbe la stessa radice anglosassone poi italianizzata, ma la sua origine viene collocata in un’altra città toscana, Livorno, in passato importantissimo scalo europeo, dove era presente una numerosissima e ricchissima comunità inglese. Anche in questo caso gli inglesi erano innamorati della maniera toscana di cuocere questo taglio di manzo, tanto che il loro modo di chiamarlo, “beef steak” appunto, si diffuse poi a tutta la popolazione fino a entrare nel linguaggio comune anche degli italiani proprio col nome di “bistecca”.
Insomma, che sia avvenuto a Firenze o Livorno, il battesimo della “bistecca” è dovuto agli inglesi, anche se bisogna aspettare l’Esposizione Universale di Parigi, alla fine del XIX secolo, per trovare la prima comparsa ufficiale della parola “bistecca” a indicare il piatto a base di costata che era esposto nel padiglione italiano. Esso veniva indicato come originario della Toscana e venne quindi definito “bistecca alla fiorentina”, in quanto Firenze era la città toscana senza dubbio più rappresentativa.
Il resto è la storia fino ai nostri giorni di un prodotto che per la sua incredibile bontà risulta uno dei più apprezzati in assoluto, con la profumata crosticina croccante, ottenuta con griglia incandescente, a sigillare l’interno tenero e succoso, che sprigiona tutto il gusto del manzo ben frollato.
È la sintesi perfetta del piacere della carne e conoscerne anche la sua curiosa storia non può che essere un ulteriore arricchimento per un vero amante del prodotto.
Alla prossima grigliata con amici sarà un interessante aneddoto che ti farà fare sicuramente una bella figura, o anche se deciderai di ordinarla al ristorante, per intrattenere i tuoi commensali.
A L’Oste e La Civetta la conoscenza degli ingredienti e dei piatti serviti è un must ed è sempre un piacere riuscire a dare ai nostri ospiti informazioni dettagliate e curiosità su cosa mangeranno al nostro ristorante. Tra l’ampia scelta di carni alla griglia potrai trovare anche la protagonista di questa storia che ti ho raccontato oggi: la Fiorentina di Manzafassona, cucinata a regola d’arte per te, secondo la migliore tradizione.
Ti aspetto presto per provare questa e tutte le altre golosità che puoi gustare solo a L’Oste e La Civetta.
Chef Carlo