TTIP. Questa sigla, acronimo di Transatlantic Trade and Investment Partnership è di recente balzata agli onori della cronaca.
Si può tradurre come Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti e consiste molto semplicemente in un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato dal 2013 tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America. L’obiettivo dichiarato è quello di integrare i due mercati, riducendo i dazi doganali e rimuovendo in una vasta gamma di settori le barriere non tariffarie, ossia le differenze in regolamenti tecnici, norme e procedure di omologazione, standard applicati ai prodotti, regole sanitarie e fitosanitarie.
Ciò renderebbe possibile la libera circolazione delle merci tra le quali ovviamente anche quelle alimentari. Proprio su questo punto sono piovute le critiche più aspre riguardo questo trattato. La libera circolazione di prodotti agricoli e di allevamento provenienti dagli Stati Uniti desta notevole preoccupazioni per le enormi differenze in termini di controllo e normative riguardo la loro produzione e sicurezza.
Se l’Europa, in particolar modo l’Italia, è un esempio riguardo la qualità dei prodotti alimentari, la cui produzione deve sottostare a controlli e normative spesso molto rigide, lo stesso non si può dire degli USA, dove sono concessi processi produttivi che fanno uso di sostanze chimiche e medicinali vietate in Europa, perché danneggerebbero la salute del consumatore. Il discorso assume quindi un’importanza notevole in termini di qualità di quello che mangiamo.
Per quanto riguarda la carne il discorso è molto chiaro e il pericolo risulta evidente. Il trattato aprirebbe infatti le porte alle bistecche di manzo ottenute da animali imbottiti di ormoni, anabolizzanti, beta agonisti.
Si tratta di sostanze che in Europa sono consentite solo sotto stretto controllo veterinario, nel caso in cui siano necessarie per questioni di salute del bestiame, non per andare ad incrementare le proprietà organolettiche della carne, a scapito di quelle nutritive e salutari. Alcune di queste sostanze infatti sono classificate dalle organizzazioni che si occupano della ricerca sul cancro, come lo IARC (INTERNATIONAL AGENCY FOR RESEARCH ON CANCER) come cancerogene. Nella totale noncuranza di queste segnalazioni però, negli allevamenti americani vengono utilizzati anabolizzanti e ormoni con regolarità.
Risulta quindi evidente un contrasto tra le filosofie di pensiero riguardo il trattamento dei capi d’allevamento nel vecchio continente e negli States.
Perché questa differenza?
Negli allevamenti statunitensi gli anabolizzanti vengono somministrati agli animali per ottenere un prodotto il più possibile standardizzato, che abbia un rapporto ottimale tra fibre muscolari e grasso. In questo modo si riducono le differenze tra maschi e femmine e si ottiene carne succulenta, che si presenta al meglio al consumatore, con “pochi difetti” e le ideali caratteristiche organolettiche che un taglio di cane dovrebbe avere. Ma, come detto, il prezzo per questa carne in apparenza perfetta è tutto da pagare in salute.
Facciamo qualche esempio: gli ormoni somministrati agli animali negli USA sono il beta estradiolo (sostanza classificata come cancerogena dalla IARC, ma anche naturalmente presente nel corpo umano, nei bovini e in alcuni vegetali oltre che essere un ingrediente importante della pillola anticoncezionale), il progesterone, il testosterone, i beta agonisti e altri. In America il loro uso è permesso sulla base del fatto che negli animali vengono usati a basso dosaggio per periodi prolungati e questo non aumenterebbe il livello di esposizione dei consumatori. Restano invece vietati anche negli USA i cortisonici, che incrementano la ritenzione idrica e incentivano l’appetito e i tireostatici che agiscono sulla funzione della tiroide, aumentando la quantità di acqua nei muscoli.
L’Europa d’altro canto si è sempre battuta per vietare l’impiego di sostanze anabolizzanti e di ormoni, contrapponendosi duramente a USA e Canada. In questa lotta la difficoltà è che sospendendo il trattamento un paio di settimane prima della macellazione è impossibile per un laboratorio distinguere la carne trattata e i metodi analitici innovativi, che evidenziano alterazioni metaboliche, non sono riconosciuti a livello ufficiale.
Inoltre gli studi scientifici non hanno ancora dimostrato pienamente che le persone abituate a consumare carne con ormoni e anabolizzanti presentano un indice di rischio maggiore. Questo fa sì che la carne americana, anche se trattata, può essere considerata sana e venduta insieme a quella europea.
Nel banco frigo dei nostri supermercati quindi potremmo ritrovarci carne proveniente da animali americani imbottiti di farmaci, spazzando via decenni di lotte europee per certificare la sicurezza alimentare e il controllo della filiera. Gli allevamenti americani non saranno tenuti a rispettare le regole europee sul benessere animale, igiene del processo di macellazione, divieto di uso di tutte le sostanze anabolizzanti ecc. Basterà il fatto che non è stato ancora provato che il consumo di carne trattata sia un rischio per la salute.
Il consumatore sarà in parte tutelato solo dal fatto che le bistecche importate dagli USA dovranno riportare in etichetta l’origine, tuttavia nulla si potrà sapere per la carne utilizzata negli insaccati, nella pasta ripiena, negli omogenizzati per bambini o nei piatti pronti perché per queste categorie di alimenti l’etichetta non deve indicare l’origine della materia prima.
Verrebbe da considerare a questo punto però che, almeno per la carne fresca, basta l’indicazione in etichetta per sapere da dove viene e in caso evitarla, scegliendo la carne proveniente da allevamenti europei che non fanno uso di somministrazioni ormonali.
L’inganno arriva però dal lato economico della questione. Le tecniche di produzione che fanno uso di ormoni per accelerare la crescita e ottenere una bistecca con il giusto equilibrio tra muscolo, grasso e tessuto connettivo, richiedono costi molto minori negli allevamenti che le usano, il che permetterà a questi produttori di esportare i loro prodotti a prezzi molto inferiori rispetto agli altri, generando una concorrenza sleale.
Per questi motivi è sempre bene informarsi sull’origine della carne che acquistiamo e mangiamo nei ristoranti, una pratica che noi de L’Oste e la Civetta osserviamo con grande perizia, avendo cura di servire ai nostri clienti solo carni selezionate da allevamenti che producono prodotti genuini, non trattati con ormoni e anabolizzanti ma allevati secondo standard di qualità e salute per l’animale in primis e per il consumatore poi, nel pieno rispetto delle normative italiane in materia di allevamento e macellazione.
Anche le carni provenienti dall’estero che trovate nel nostro menu, come il Black Angus Americano, non appartengono a quel settore di produzione intensivo che fa uso di sostanze vietate in Europa, seppur concesse all’estero.
Il Black Angus che serviamo proviene da allevamenti in cui viene certificata innanzitutto la purezza della razza, tramite test del DNA che selezionano e certificano solo Black Angus puri e soprattutto viene allevato allo stato brado nei verdi e lussureggianti pascoli del Nebraska, seguendo un’alimentazione costituita da una speciale miscela di cereali, studiata per garantire la salubrità dell’animale e ottenere un’elevata marezzatura senza ricorrere a sostanze chimiche e farmaci. Il prodotto è quindi qualitativamente sano oltre che ottimo da mangiare, qualità che, come spiegato, richiede dei costi maggiori.
La qualità delle materie prime sotto ogni aspetto è e dovrebbe essere sempre la prima preoccupazione per chi serve cibo.
Il nostro ristorante di Roma, specializzato in carne alla griglia, vi garantirà di consumare carni eccellenti dal punto di vista del gusto e della salute, permettendovi di godere a pieno del piacere di una succosa bistecca cotta a puntino senza preoccuparvi delle conseguenze dovute a sostanze dannose che potrebbe contenere.
Oltre al piacere della nostra cucina quindi troverete uno Staff preparato al meglio per rispondere a vostri eventuali domande riguardo l’origine e l’allevamento di tutti i tagli di carne che saremo lieti di servirvi.
Vi aspettiamo
Chef Carlo